Lega nord: cultura, sessualità, fobie

Le battaglie culturali leghiste

La Lega Nord per l’indipendenza della Padania, già Lega Nord Italia federale, dopo aver conosciuto anni di successi politici e di radicamento sul territorio (soprattutto nel periodo 2000-2012) sembra destinata ad un declino elettorale procrastinabile ma inevitabile. Elettoralmente, essa è ripiegata sui livelli di consenso cheaveva guadagnato nel 2001. Non ha sostenuto il governo Monti e dà semplice appoggio esterno all’attuale esecutivo. Nella pratica, non governa dal novembre 2011.

manifesi_lega_nord_manifesti_lega_nord_treviso_muraroEppure, molte delle soluzioni adottate dal partito leghista nei confronti dell’immigrazione e dei rapporti con gli stranieri, rimangono ancora impiegate. Un anno di pur travagliato governo Monti non è servito ad archiviare nessuna delle leggi leghiste (dalla Bossi-Fini al federalismo fiscale). E questo partito apparentemente sconfitto riesce ancora a orientare l’opinione pubblica su questioni come lo ius solis, i respingimenti, la gestioni di determinate etnie (zingari, rom, immigrati extracomunitari ecc.).

In altre parole, la Lega è un partito politicamente sconfitto. Ma la “cultura” (in senso antropologico) da essa creata è ancora ben radicata in molte regioni d’Italia. Ulteriore dimostrazione di quanto in politica, nonostante le convinzioni di molti, sia importante vincere le elezioni, ma ancora più importante cercare di creare una mentalità, una cultura, o sfruttare un retroterra culturale esistente adattandolo alle proprie finalità politiche.

L’indignazione generale per le esternazioni xenofobe dei leader leghisti possono far sperare in una presa di posizione nettamente antirazzista da parte di gran parte del mondo politico. Ma ci vogliono strategie politiche di ampio respiro per cancellare gli effetti deleteri delle leggi e della cultura leghista dal panorama politico italiano (e il fatto che saltuariamente le esternazioni xenofobe siano pronunciate anche da politici di altre aree politiche dovrebbe far riflettere circa la diffusione del modo di pensare incoraggiato dalla Lega).

Per il momento, comunque, e probabilmente per motivi eminentemente economici (garantire al mondo dell’imprenditoria un vasto serbatoio di manodopera a basso costo e ricattabile), il piano gestionale sull’immigrazione iniziato con il governo Berlusconi I viene portato avanti pressoché inalterato. La cultura leghista può aver preso una battuta d’arresto; ma la politica leghista è comunque ben viva nel nostro Paese.

contraddizioni leghiste

La Lega Nord ce l’ha duro”

manifesto-lega-nordLa propaganda xenofoba intessuta dalla Lega si lega a timori atavici di natura sessuale.  Non si tratta naturalmente delle uniche idee propugnate dai politici leghisti (forti sono i richiami economici alla “difesa” verso uno straniero che ruba il lavoro e la ricchezza ai padani), ma rimangono probabilmente le idee più radicate e in un certo senso inconscie dell’ideologia leghista. La divisione sociale ed economica tra italiano ed extracomunitario, è dettata sicuramente anche da una strategia economica (la volontà di sfruttare la manodopera fornita dagli immigrati ed evitare un’alleanza tra lavoratori di origine straniera e italiani), ma si modella su un timore strettamente sessuale1.

Mascherata sotto il velo di una pretesa difesa delle donne (pur talvolta effettivamente spaventate dagli episodi di violenza messi in atto da alcuni cittadini stranieri), si cela la paura degli italiani che vengano loro sottratte oltre al lavoro anche le donne, due elementi Manifesto razzistafondamentali dell’idea piccolo-borghese di realizzazione individuale e di quieto vivere.

Sarebbe riduttivo affermare che si tratti di un ragionamento razzista e maschilista, sebbene non manchino questi elementi. In un paese dove il mestiere di politico viene esercitato principalmente da uomini, un atteggiamento maschilista non deve stupire. Il timore di molti uomini di vedere la propria sessualità scavalcata da quella di stranieri o di “nuovi italiani” è probabilmente connesso con la fobia dell’impotenza propria del sesso maschile. Le politiche di ghettizzazione potrebbero trovare una delle loro cause proprio in questo ragionamento. E tali politiche sarebbero basate su un timore di ordine sociale tanto quanto su uno di matrice sessuale. In fondo, come spiegato dal filosofo Michael Foucault in varie lezioni riportate nel volume Bisogna difendere la società, le strategie del potere che potremmo genericamente definire industriale-borghese (per distinguerlo da quello di tipo feudale-aristocratico) basate sulla separazione tra normale e diverso sarebbero legate indissolubilmente dalle politiche di controllo e normalizzazione della sessualità.

E infatti al tentativo di controllare sistematicamente la popolazione di nuovi italiani, i leghisti accompagnano un radicato disprezzo verso gli omosessuali e la loro infiltrazione all’interno del mondo eterosessuale. Come mostrato più avanti, le esternazioni omofobe non sono mai state assenti dai comizi leghisti.

La paura dell’immigrato è anche paura nei confronti di ciò che potrebbe minare la virilità del cittadino italiano. E infatti alle politiche di discriminazione nei confronti dei migranti, la Lega Nord ha sempre portato avanti simili pratiche anche nei confronti degli omosessuali e dei meridionali, ulteriori elementi che metterebbero in crisi la preminenza sessuale dell’abitante del nord Italia direttamente nella sua terra.

La Lega Nord ha sempre fondato la propria propaganda su una visione del mondo non solo culturalmente etnocentrica, ma anche sessualmente fallocentrica. In questa concezione, la donna è strumento passivo, e può essere utilizzata in vari modi: per rivendicare uno status sessuale acquisito nel caso del cittadino italiano (“padroni in terra propria”) o per effettuare una scalata sociale e sessuale nel caso dell’immigrato.manifesto leghista sugli omosessuali

Affermazioni come:«La Lega Nord ce l’ha duro»2, «La famiglia eterosessuale va difesa da chi vuole creare una dittatura massonica-comunista mondiale.»3, «La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni… Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni.»4 o ancora:«non c’è nessuna possibilità per culattoni o simili»5, sarebbero volte a contrastare un nemico comune: l’individuo estraneo ad una realtà costituita (e percepita come immutabile) che, in modi diversi, insidia la normalità e in un certo senso l’integrità e la purezza sessuale del cittadino italiano (o meglio, di quello della fantomatica “Padania”).

Valerio Cianfrocca

Note:

1= La separazione fisica degli elementi potenzialmente eversivi tra loro stessi e nei confronti della stessa società è una strategia politica accuratamente definita ed analizzata da Michel Foucault nel suo classico Sorvegliare e Punire.

2= Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord, parlamentare, senatore e ministro della Repubblica, in un comizio del 1996.

3= Umberto Bossi in un comizio del 2000.

4= Roberto Calderoli, senatore e ministro della Repubblica in un’intervista al Corriere della Sera, 2006.

5= Giancarlo Gentilini, sindaco di Treviso, durante un corteo nel 2007.

 

8 commenti Aggiungi il tuo

  1. PadaniaStato ha detto:

    al di là di tutte le altre idiozie scritte in seguito faccio notare che la Lega non da nessun appoggio esterno al governo attuale e comunque non illudetevi visto che già nel 1994 e nel 2001 ci davate per morti e siamo sempre qua a governare le tre regioni più avanzate e produttive della penisola

  2. Miglioverde ha detto:

    Concordo con PadaniaStato, è inutile che voi appoggiatori di Baluba ci diate per spacciati, come hai fatto notare nel tuo articoletto da 4 soldi, siamo fuori dal governo ma contiamo comunque tantissimo all’esterno. Le regioni più importanti sono nostre, il movimento sta riprendendo piede in un momento di crisi della destra. Torneremo più forti che mai.

  3. Il Bradipo ha detto:

    Caro PadaniaStato, ti faccio notare che alcune delle “idiozie scritte in seguito” sono estrapolazioni da Michael Foucault, uno dei più grandi storici e filosofi del Novecento, ed esternazioni di personalità leghiste. Posso concordare sulla scarsa condisibilità delle seconde, ma si tratta comunque di fatti che era doveroso riportare.
    Senza entrare nel merito dell’articolo (visto che non lo hai fatto nemmeno tu), rispondo brevemente:
    La prima parte dell’articolo è stato scritto in maggio, quando Maroni parlava di appoggio esterno a Berlusconi. Inoltre la lega si è semplicemente astenuta dal votare la fiducia all’esecutivo e ha approvato emendamenti di partiti di maggioranza (PDL in primis). Non si può dire che faccia opposizione dura, e in ogni caso ho specificato “Nella pratica, non governa dal novembre 2011” nel primo paragrafo, affermazione sulla quale penso concordiamo.
    Quando dici “nel 1994 e nel 2001 ci davate per morti” perché usi il plurale? A chi ti riferisci? Ti faccio notare che nel 1994 avevo quattro anni, nel 2001 undici, e avevo altro per la testa che non fare analisi politiche. Politicamente ho le mie idee ma non sono mai stato iscritto ad un partito e non ho mai fatto parte di un movimento.
    O forse hai visto che sono nato a sud dell’Arno e quindi appartengo a una genia inferiore che non capisce niente di politica e “ruba le tasse al nord”?
    Quanto infine alle tre regioni più produttive d’Italia, sai cos’erano Veneto e Friuli fino ai primi anni ’80? In quel momento chi “rubava le tasse” a chi

  4. Il Bradipo ha detto:

    “Ritorneremo” (cit.)

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